“La sua esistenza come artista è stata drammaticamente compromessa dalla sua esistenza come moglie di Max. Ma l’amore trionfa su tutto. Lo avrebbe rifatto? Sì“.
Così diceva di sé stessa, parlando in terza persona, Dorothea Tanning diversi anni fa.
E’ un fatto che l’artista americana, morta il 31 Gennaio del 2012, all’età di 101 anni, è stata una pittrice di talento la cui reputazione come artista è stata spesso confusa con quella di moglie del grande pittore surrealista tedesco Max Ernst.
Pittrice, scultrice e poetessa, riprese anche in una sua poesia lo stesso argomento. La poesia era intitolata ‘Stain‘.
Anche se tradurre una poesia è un po’ un tradimento, si rischia anche di travisare o comunque di non trasmettere le sensazioni che hanno ispirato l’autore, proverò a fornire una traduzione:
Many years ago today Molti anni fa, oggi,
I took a husband tenderly Ho preso marito teneramente.
This simple human gentle act Questo semplice, gentile atto umano,
Seen as a hard decisive fact Rigidamente visto come fatto determinante
By all who dote on category Da tutti coloro che adorano categorizzare
Did stain my work indelibly Ha macchiato il mio lavoro in modo indelebile.
I don’t know why that is Non so perché
For it has not stained his. Non ha macchiato il suo
Nata a Galesburg, Illinois, il 25 Agosto 1910, ha imparato a dipingere (come ha affermato ella stessa), visitando musei d’arte.
Ha frequentato il Knox College di Galesburg, ha studiato arte a Chicago, e nel 1935 si trasferì a New York.
Nel 1942 un suo autoritratto intitolato “Birthday” (Compleanno), dove la pittrice si ritrae a seno nudo con una gonna di radici e una giacca elisabettiana in un labirinto di porte e con uno strano essere dal sapore mitologico, un lemure con le ali, attirò l’attenzione del gallerista Julien Levy. Grazie a questa amicizia entrò in contatto con un gruppo di surrealisti francesi rifugiati dalla Francia occupata dai nazisti.
Tra essi c’era anche Max Ernst, che sposò nel 1946.
La Tanning si trovò così parte di una cerchia di artisti che comprendeva André Breton, Marcel Duchamp, Joan Mirò e René Magritte, e strinse amicizia con personaggi come Salvador Dalì, Pablo Picasso, Joseph Cornell, Dylan Thomas, Truman Capote ed il coreografo George Balanchine.
Dopo la grande guerra, nel 1949 lei e Ernst trasferirono in Francia, dove vissero per 28 anni.
Un paio d’anni dopo la morte del marito, avvenuta nel 1976, la Tanning tornò negli Stati Uniti, a Manhattan.
Ma, come detto, non fu solamente una straordinaria pittrice.
Quasi mezzo secolo dopo la realizzazione del dipinto che segnò l’avvio della sua vita da artista, pubblicò infatti il suo primo libro, un’autobiografia al quale dette lo stesso titolo del quadro, “Birthday”.
“A volte abbiamo più di un giorno in cui siamo nati– dichiarò a questo proposito –A volte succede qualcosa nel bel mezzo della tua vita che ti fa sentire nuovamente come appena nato, un punto di svolta“.
La sua poesia è apparsa in numerose pubblicazioni.
Nel 2001 è stata selezionata per essere inclusa in “The Best American Poetry 2000”.
Tuttavia, la sua notorietà resta legata maggiormente alla sua attività pittorica.
“Scommetto che mi porterò dietro l’etichetta di surrealista per sempre, come un tatuaggio“- disse in un’intervista del 2001- Il movimento si è concluso negli anni ’50 e il mio lavoro è evoluto da quegli anni, tanto che essere definita una surrealista oggi mi fa sentire come un fossile!“.
La sua opera ‘Birthday’ è oggi conservata al Philadelphia Museum of Art.
Molte le opere in diversi altri musei quali la Tate Gallery di Londra (dove si trova per esempio Eine Kleine Nachtmusik), il Centro Georges Pompidou a Parigi e la Collezione Menil di Houston.