Il Museo ha sede dal 1928 nel cinquecentesco Palazzo Affaitati, antica residenza di una casata con importanti legami commerciali europei. Nel medesimo complesso ha sede la Biblioteca Statale, che è unita alla Biblioteca Civica.
Il museo si articola in tre sezioni distinte: la Pinacoteca, la Sezione Archeologica e le Stanze per la Musica.
La Pinacoteca
La Pinacoteca del Museo Civico Ala Ponzone è stata costituita a partire dal Cinquecento, inizialmente con le raccolte della famiglia del marchese Sigismondo Ala Ponzone (1761-1842), che donò le proprie imponenti collezioni d’arte perché fossero esposte con pubblico accesso.
Tra 1877 e 1888, con le collezioni Ala Ponzone, viene costituito l’impianto originario del Museo che verrà poi arricchito nel tempo grazie ad ulteriori donazioni ed acquisizioni. Oggi il patrimonio di dipinti e sculture conta più di 2000 opere, solo in parte esposti nelle sale del Museo.
La Pinacoteca segue un itinerario di tipo cronologico.
La prima sala è dedicata al Medio Evo e al XV secolo.
Ospita sculture, parti di affreschi e la produzione artistica Cremonese fra Umanesimo e Rinascimento di artisti quali Bonifacio Bembo, Boccaccio Boccaccino, Altobello Melone e Bernardino Gatti.
Nella sala dedicata alla pittura cremonese del XVI secolo troviamo una significativa raccolta di opere che risentono della nuova cultura rinascimentale.
Tra i vari artisti troviamo rappresentati Camillo Boccaccino, Gian Francesco Bembo e i Campi (Giulio, Antonio, Vincenzo e Bernardino).
Nel salone intitolato a San Domenico trovano spazio i grandi quadri secenteschi provenienti dalla chiesa di San Domenico, demolita nel 1869-1870. Ospita dipinti di maestri lombardi quali Cerano, Nuvolone e Procaccini.
L’opera principale del percorso espositivo è il San Francesco in meditazione di Caravaggio donato da Filippo Ala Ponzone al Comune di Cremona nel 1836, ma attribuito definitivamente al Caravaggio solo nella seconda metà del secolo scorso.
Di una certa rilevanza è anche l’opera Apparizione di Cristo risorto alla Madonna di Bartolomeo Manfredi, opera tarda di questo seguace del Caravaggio.
Le sale successive sono dedicate alla natura morta cremonese dove, tra l’altro, è esposto il celebre dipinto di Giuseppe Arcimboldi L’ortolano di fine XVI secolo.
A seguire si trovano testimonianze della pittura dei secoli successivi con opere del Genovesino, di Giovanni Carnovali detto il Piccio (1804-1873) e di altri artisti di scuola toscana, emiliana e lombarda.
L’itinerario si conclude con opere di artisti contemporanei non solamente locali.
Al terzo piano del museo si trova il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe che accoglie una vasta collezione visitabile su richiesta.
La Sezione Archeologica.
Anche per la sezione archeologica del Museo Civico Ala Ponzone, l’origine dei reperti fu la collezione privata del marchese Sigismondo Ala Ponzone.
La collezione fu in seguito arricchita da numerose donazioni e campagne di scavi archeologici.
La sede di Palazzo Affaitati ospita attualmente solo la collezione di reperti di provenienza non territoriale per lo più provenienti dal lascito di Ala Ponzone.
La maggior parte del materiale è stato trasferito nel 2009 nella sede della sconsacrata chiesa di San Lorenzo, per consentire lavori di restauro, in particolare dei mosaici.
La chiesa di San Lorenzo risale alla fine del XII secolo e fu sconsacrata nel XVIII secolo.
A partire dal 1962 sono iniziati gli scavi che hanno portato alla luce i resti di una chiesa precedente e di una necropoli romana del I secolo a.C.
Attualmente, al suo interno è ospitato il patrimonio archeologico di Cremona costituito da reperti romani rinvenuti nei recenti scavi, in particolare in zone urbane centrali di grande importanza come piazza Marconi (dal 2002 al 2008), che ci dà un’immagine della città fondata dai Romani nel 218 a.C., la prima a nord del Po.
I pavimenti a mosaico sono sicuramente i rinvenimenti archeologici di Cremona più conosciuti, ma gli scavi della domus di piazza Marconi hanno portato alla luce altrettanto importanti resti di affreschi. Molti sono inoltre i resti degli arredi da giardino come il lussuoso Ninfeo rinvenuto negli scavi di piazza Marconi.
Il ninfeo, molto di moda nelle case della popolazione più abbiente nel periodo compreso tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., era costituito da un fondale architettonico di grande effetto scenografico, generalmente completo di fontana e che, spesso, costituiva l’alloggiamento di statue.
Degli arredi sono arrivati a noi solo alcuni elementi decorativi costruiti in materiali non deperibili, come appliques in bronzo, cofanetti, vassoi e portalucerne. Immancabili e numerose anche le anfore, alcune in ottimo stato di conservazione.
La sezione sulle necropoli, allestita nella Cappella Meli, si avvale invece di materiali di vecchi ritrovamenti rinvenuti in diverse zone della città, perché a Cremona come in tutte le città romane le necropoli erano costruite al di fuori delle mura della città.
Purtroppo le necropoli sono state scavate, tra il XIX ed il XX secolo, in modo non sistematico e sono stati recuperati solo alcuni arredi funerari, senza preservare il contesto sepolcrale originario.
Degna di menzione è in particolare una lastra funeraria in calcare della prima metà del I sec. d.C., con scolpiti i ritratti di componenti della famiglia degli Arruntii.
Le Stanze per la Musica.
Questa sezione del museo ospita la collezione di strumenti storici di Carlo Alberto Carutti.
Si tratta di una ricca ed importante collezione di esemplari di violini, viole, mandolini e liuti, costruiti dai principali artigiani europei tra il XVII ed il XIX secolo.