Klimt e gli artisti della sua cerchia sono rappresentati da più di duecento tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, concessi per l’occasione dal Belvedere Museum di Vienna, dalla Klimt Fundation, oltre che da collezioni pubbliche e private. Opere di altri maestri testimoni del periodo della Secessione viennese, appartenenti al Museo Viennese, accompagnano il percorso della mostra, inoltre cimeli di viaggio, e cartoline autografe documentano i viaggi italiani di Klimt tra cui Ravenna, città che lo affascinò per i suoi mosaici bizantini.
IL Museo di Roma confronta le opere del genio viennese con quelle di artisti italiani come Chini, Casorati, Innocenti ed altri i quali, a quel tempo o successivamente di poco, compresero l’innovazione del suo stile in maniera più pregnante dei suoi connazionali, tanto da riuscire poi, a realizzare alcune importanti mostre italiane sulla Secessione romana
Degna di nota è la ricostruzione virtuale di tre celebri allegorie della Medicina, Giurisprudenza, Filosofia (dipinti intitolati Quadri delle Facoltà), che Klimt realizzò tra il 1899 e il 1907, per il soffitto dell’Aula Magna dell’Università di Vienna ma che non vennero accolte perché non ritenute, da quest’ultima, compatibili con la pubblica decenza.
Le opere andarono distrutte in un rogo del 1945 al castello di Immendorf e rimasero sono alcune fotografie e qualche articolo.
La ricostruzione virtuale ha permesso la visualizzazione di pannelli a colori di questi lavori perduti di Klimt.